Una checklist in dieci punti sulla strategia Social Media di brand partendo dai dati del Digital Report 2024 di We Are Social e Meltwater.
Qual è stato l’effetto della pandemia sulle audience social media del nostro Paese? Quali sono i nuovi comportamenti consolidati degli utenti? E quali possono essere le risposte delle aziende nelle loro strategie di comunicazione?
Domande ricorrenti, nell’ultimo anno, per tutti gli addetti ai lavori. Finalmente, le risposte ci sono.
Il report annuale a cura di Hootsuite e We Are Social è l’epifania dei digital marketer: è l’unico documento che racchiude tutti i dati, le tendenze e le indicazioni sui comportamenti on line degli italiani in un’unica presentazione.
Il report intero naturalmente vale la lettura e ognuno ne potrà trarre numeri significativi o indicazioni differenti a seconda del proprio ambito di attività. Tutti senz’altro vi potranno trovare conferma che il digitale è sempre più reale: dati e variazioni del report Hootsuite – We Are Social fotografano fedelmente la nostra quotidianità rivoluzionata.
Io riassumo qui i dieci numeri del Digital 2021 Italy che concorrono nel dipingere un quadro di crescita dell’audience on line ma anche della competizione.
Tutti senz’altro vi potranno trovare conferma che il digitale è sempre più reale: dati e variazioni del report Hootsuite – We Are Social descrivono fedelmente la nostra quotidianità rivoluzionata.
1. Un milione di utenti in più on line, due milioni in più sui Social Media
La principale eredità del 2020 è l’accelerazione della digitalizzazione degli italiani: questa non è una sorpresa per nessuno. Se però vi siete chiesti come quantificare questo dato, eccovi serviti: più un milione di nuovi utenti unici su internet; più di 2 milioni di persone approdate sulle piattafome social. Questo, come vedremo, non determina solo opportunità in più per i brand, ma anche obblighi.
È il momento di lavorare per differenziarsi ed emergere.
2. Brand: una persona su tre, per prima cosa ti cerca sui social
On line, quando occorre informarsi su un’azienda o su un marchio, una persona su tre va sui social media, qualunque sia il device da cui sta navigando. Questo dato si traduce per i team aziendali di marketing e comunicazione in un unico mantra: avere canali social attivi, ben gestiti, possibilmente attraenti. Nel 33,3% dei casi, saranno la vetrina del vostro brand.
Se i tuoi post sono raffazzonati e rari, rimedia e potenzia.
3. L’audience raggiungibile via pubblicità sui social: sempre più consolidata e trasversale
L’audience raggiungibile via social media si presenta sempre più trasversale per fascia d’età e consolidata nella popolazione, avendo ormai un potenziale di copertura pressoché totale. Interessante evidenziare che la fascia a più alta densità di copertura va dai 25 ai 55 anni, con un totale del 59.6%: gli adulti con maggiori possibilità di spesa e più propensione d’acquisto son ben rappresentate dall’audience pubblicitaria delle piattaforme.
Chi ha potere d’acquisto è perfettamente raggiungibile sui social, qualunque età abbia.
4. Siamo sui social per essere coinvolti
Nel mese precedente all’analisi del report, l’85,4% degli utenti si è fatta coinvolgere in modo proattivo sulle piattaforme social: in sostanza, significa che attiviamo degli account sulle app per usarli. Questa propensione comporterà, col tempo, più consapevolezza sull’uso dei mezzi e più alfabetizzazione degli utenti. Per i brand e le aziende, significherà offrire livelli più alti di proposte di contenuti e di servizi per soddisfare le audience social.
Crea i presupposti per una comunicazione orizzontale, in cui le persone possano interagire il più possibile alla pari col brand.
5. Facebook (e il suo ecosistema) non sta morendo, anzi. Sembra in ottima salute
Un’audience complessiva di trentuno milioni di persone e una capacità di copertura attraverso pubblicità che negli ultimi mesi è cresciuta di un milione di utenti unici. Nonostante alcuni si ostinino a suonare periodicamente le campane a morto, a quanto pare Facebook gode di ottima salute ed è destinato ad essere ancora un pilastro della strategia social per aziende di molti settori.
Essendo parte dello stesso ecosistema, è quasi prevedibile che la stessa crescita si riscontri anche su Instagram.
Se nella tua strategia non ci sono Facebook e il suo ecosistema di inserzioni, forse stai perdendo delle opportunità.
6. Su Facebook sono le donne a interagire di più: tenetene conto nei piani
Mettono più like alle pagine e ai post, commentano e condividono più, visitano più spesso i siti dalle inserzioni Facebook: le donne sono più propense a interagire. Tenetene conto nei piani editoriali e nei piani media.
Con le interazioni non fai profitti, ma costruisci i presupposti per fare meglio le inserzioni. Lavoraci.
7. Facebook: non solo video, anche scrittura
Contrariamente a quanto spesso raccontiamo, on line e sui social si legge anche: gli status post, ovvero quelli caratterizzati soltanto da testo hanno potenzialmente la stessa media di engagement dei video. Impara a scrivere con il lessico e il punto di vista del tuo pubblico.
Le parole sono ancora importanti.
8. La crescita dell’audience Pinterest
Senza nulla togliere al boom di Tik Tok, tra le piattaforme social in ambito consumer non va sottovalutata Pinterest, che nella capacità di copertura pubblicitaria ha raggiunto una percentuale di crescita superiore al 20%.
Se hai un’identità visiva definita e spendibile, pensa a Pinterest.
9. Acquistare on line: un comportamento trasversale
La capacità di penetrazione dell’ecommerce sembra allinearsi perfettamente alla trasversalità dell’audience raggiungibile per via pubblicitaria: quasi stupefacente l’allineamento della percentuale di acquirenti per fasce d’età, oscillante tra 78% e 82%.
Il dato di crescita del mercato on line dei beni di consumo è quasi consequenziale: +23,8% in un anno. Come sottolineava mesi fa Alessandro Sportelli, per chi vuole vendere on line è il tempo della fiducia e della connessione.
Se fai e-commerce, puoi raggiungere chiunque: dotati di strumenti che rendano la vendita on line agile e sicura.
10. Più spesa pubblicitaria sui social significa più competizione nelle aste per i brand
È vero che le audience social sono cresciute, ma gli algoritmi social e i posizionamenti sono rimasti invariati: l’aumento della spesa pubblicitaria del 6,1% non è accompagnato da un aumento delle impression nella stessa misura. Sarà necessario rafforzarsi ancora di più nelle aste delle inserzioni social, sia a livello creativo che strategico.
L’eredità della digitalizzazione massiva del 2020 è un panorama social più competitivo.
Marco Borraccino
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