Una checklist in dieci punti sulla strategia Social Media di brand partendo dai dati del Digital Report 2024 di We Are Social e Meltwater.
Si può fare giornalismo su Instagram?
Si possono produrre e diffondere contenuti informativi su una piattaforma caratterizzata da formati “effimeri” e che tuttora viene spesso associata soltanto all’intrattenimento?
La risposta è sì.
Su Instagram si può fare giornalismo e ci si può attendere che vi siano sempre più utenti interessati a ricevere notizie e discuterne all’interno della piattaforma stessa. Anche qui, in Italia. A dimostrarlo è il lavoro che vi stanno realizzando alcuni reporter e redazioni.
Instagram come canale per i giornalisti: una sfida ancora aperta
L’utilizzo giornalistico di Instagram non è affatto una novità. Se ne parla da molto tempo.
Al riguardo, nell’edizione del 2017 del Festival del giornalismo di Perugia assistetti personalmente a un workshop tenuto da Lila King, ex giornalista della CNN e attuale capo delle partnership editoriali di Instagram. Rileggendo su Datamediahub il racconto che feci su quell’incontro che ricordo partecipato e promettente, risuonano molto attuali le indicazioni finali che la relatrice dava ai giornalisti presenti.
- Su Instagram c’è un pubblico interessato e non raggiungibile con il cartaceo
- La struttura della piattaforma si presta a realizzare insieme agli utenti dei racconti visivi collettivi
- I diversi formati dei post consentono di essere presenti sulla piattaforma in modo pianificato e differenziato
- A funzionare sono i contenuti autentici e caratterizzati da interazione orizzontale con i follower
Cosa è successo da allora?
In realtà non molto, o perlomeno non tutto ciò che era lecito attendersi.
A stupire infatti è il dato oggettivo che ad oggi, guardando all’Italia, non siano poi molti i giornalisti che hanno raccolto la sfida. Il social media di categoria è rimasto Twitter. Anche se ci sono senz’altro alcune lodevoli eccezioni.
Una di queste è senz’altro costituita dall’account Instagram del vicedirettore del Post Francesco Costa. Il suo utilizzo costante e “evoluto” delle Stories si è rivelato particolarmente prezioso nei giorni convulsi delle ultime presidenziali americane, quando c’era molta confusione e gli stessi media tradizionali hanno fatto fatica a interpretare cosa stava accadendo. Grazie ovviamente soprattutto alla sua vastissima competenza nella materia, dal suo canale Instagram il vicedirettore del Post è stato in grado di raccontare ai suoi follower l’evolversi della situazione in tempo reale in modo semplice, accessibile ed efficace.
Più in generale, sta premiando l’intensa e coerente attività che Costa realizza sul suo ecosistema digitale (newsletter, podcast) e che trova in Instagram il principale touchpoint social con la propria community. In sei mesi ha sostanzialmente raddoppiato la sua follower base e attualmente è seguito da circa 132 mila follower.
A fare un eccellente lavoro è anche Filippo Santelli, corrispondente di Repubblica da Pechino. Nelle Stories, per diverse settimane Santelli ha raccontato il periodo di quarantena per positività da Covid-19 vissuto in Cina, dando di fatto ai propri follower contenuti esclusivi, non assimilabili ad alcun altro possibile racconto mediatico della realtà cinese in questo periodo. Recentemente Santelli ha raccontato che alle Instagram Stories dedica lo stesso rigore giornalistico di un articolo e questo senza dubbio è un segno di grande consapevolezza sulla forza del mezzo.
Rimanendo nell’ambito dei giornalisti italiani specializzati sugli Esteri, a meritare una menzione (e quindi il follow) è certamente anche Cecilia Sala, il cui utilizzo delle stories e delle Instagram Live riflette la volontà di fornire agli utenti un punto di vista giornalistico caratterizzato non solo dalla concisione ma anche dall’esattezza.
Tra i canali Instagram italiani afferenti a prodotti giornalistici, mi permetto di menzionare un canale a cui ho contribuito per un anno e mezzo come social media manager: Dataroom di Milena Gabanelli. In questo caso, sia i video girati in redazione che il vasto contenuto di data visualization a disposizione vengono veicolati sui post, nelle Stories e anche nella IG TV con l’obiettivo di intercettare nuovi potenziali lettori, interagire con loro e promuovere efficacemente le inchieste Dataroom integrali, pubblicate sul sito del Corriere della sera, vero hub del progetto.
Mentre l’audience cresce e “invecchia”, i giornali su Instagram arrancano
Nata nel 2010 come app di foto, Instagram ha conosciuto una crescita esponenziale di audience in tutto il mondo, passando in poco tempo da social media degli under 25 a piattaforma trasversale per età e genere. Instagram non è più – da tempo – il “social dei giovani”. Stando ai dati riportati da Vincenzo Cosenza, su Instagram attualmente sono presenti 29 milioni di italiani e nel 2020, tra quelle delle piattaforme social, la sua app è stata seconda solo a quella di Tik Tok per numeri assoluti di download.
A fronte di numeri da media mainstream, la presenza delle testate giornalistiche italiane su Instagram arranca. Secondo un’analisi svolta da Datamediahub sulle principali 33 testate giornalistiche italiane, la presenza della gran parte delle redazioni giornalistiche italiane su Instagram appare ancora caratterizzata da una gestione non professionale e, evidentemente, non realmente interessata a farne un nuovo canale di relazione con i potenziali lettori.
“Il mix dei contenuti pubblicati è complessivamente povero”, scrive Pier Luca Santoro. Le foto sono il formato prevalente e vengono invece poco proposti gli album, i video e IG TV.
Eppure, al di fuori della cerchia dell’editoria tradizionale, su Instagram stanno accadendo cose degne di nota.
Sei progetti giornalistici da seguire su Instagram
All’ampliamento e alla progressiva “maturazione” dell’audience di Instagram è infatti corrisposta una naturale diversificazione della richiesta di contenuto: non più solo intrattenimento, fashion, food, già ampiamente emersi e sviluppati negli anni passati, ma anche notizie, approfondimenti e temi civili.
E c’è chi questi temi è interessato a trattarli producendo contenuto “nativo” su Instagram, ovvero concepito e realizzato in funzione dei bisogni e dei comportamenti degli utenti di quella piattaforma.
Non tutto ciò che è breve, visivo e digitale è per forza di cose vacuo o frivolo; né, come vedremo, necessariamente rispondente a un’idea di informazione “mordi e fuggi”.
In una miscela che senz’altro richiede versatilità e molteplici competenze, due sembrano essere gli elementi fondamentali di mission per costruire progetti efficaci:
Senza nessuna pretesa di esaustività – e scusandomi preliminarmente con chi dovesse sentirsi escluso - segnalo qui sei progetti animati da redattori molto giovani ma tutt’altro che sprovveduti, dotati di grandi abilità non solo nell’adattare il contenuto ai formati Instagram ma anche nel captare temi ad alta notiziabilità presso audience digitali fluttuanti e sempre più emancipate dall’agenda dei media tradizionali.
Oltre alla mission giornalistica, ad accomunare questi progetti è anche l'aver registrato ampi numeri di crescita delle interazioni e della follower base durante il 2020.
Vediamoli, procedendo dal più piccolo al più grande per numero di follower: guardando il grafico qui sotto, da destra verso sinistra.
Lo Spiegone | @lospiegone (5,7 K follower): nato nel 2016 da un gruppo di studenti universitari, Lo Spiegone oggi è realizzato da circa ottanta giovani under 30. “Siamo nati perché eravamo stanchi di leggere articoli che non ci davano risposte”, sostengono. È un progetto che si ispira allo Slow Journalism e che anche su Instagram applica la sua vocazione alle inchieste e agli approfondimenti. Ecco come nascono format video da IG TV come “La settimana spiegata in 100 secondi” o i tre contenuti che hanno raccolto più interazioni nella seconda metà del 2020, ovvero gli approfondimenti dedicati alla Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il ritratto della Prima ministra della Finlandia Sanna Marin, il contenuto di storia su Salvador Allende. Post in formato foto-album, con più immagini esplicative, ampliate poi nei 2000 caratteri della caption, sviluppata schematicamente per essere fruibile da smartphone.
Scomodo | @leggiscomodo (38 K follower): anche in questo caso, il terreno di coltura è l’Università e anche qui la mission è l’“Informazione lenta e approfondita”. Il canale @leggiscomodo fa capo a Scomodo, rivista studentesca il cui hub principale è senz’altro il sito. Instagram tuttavia sembra essere un canale strategico per far conoscere il progetto e raccontare anche il dietro le quinte, con un account ad hoc. Tra i contenuti a più alto tasso di interazione troviamo temi sociali che connotano l’impegno degli under 25 come il consumo sostenibile, o approfondimenti di attualità e storia. Anche in questo caso c’è un utilizzo avanzato e progettuale della IG TV e raccolte di post realizzate attraverso le Guide di Instagram. Il canale Instagram di Scomodo viene aggiornato anche più volte al giorno (ben 219 i post totali nella seconda parte del 2020), raccogliendo più di 115mila interazioni, 1500 delle quali sono commenti: numeri di una community fidelizzata e attiva.
Factanza | @factanza (48,3 K follower): “ti spieghiamo il mondo in 15 secondi” recita la bio, comunicando da subito l’ambizione ad essere informativi nella brevità. Questa scelta si riflette in modo molto chiaro sul layout del canale. Factanza punta sulle Stories: nella seconda metà del 2020 ha pubblicato 50 post sul canale, ma nel contempo ha aggiornato la propria audience quotidianamente attraverso l’ephemeral format, raggiungendo al momento 44 diverse categorie di Stories in evidenza sul proprio profilo, in cui si trova davvero di tutto, dagli esteri al lifestyle, dalla pandemia al food. Questa scelta strategica sembra essere stata premiante: degli attuali 48mila follower, 32mila sono arrivati negli ultimi sei mesi (il 76% circa della Follower base). Tra gli argomenti dei post più performanti per interazioni troviamo la violenza di genere, l’ascesa dell’influencer marketing e la vittoria di Joe Biden.
Pillole di Economia | @pillole.di.economia (116,5 K follower): canale di informazione tematica attivo da più di due anni e che ha su Instagram il proprio hub principale, qui siamo di fronte a un progetto informativo che ha già raccolto una discreta community e che dunque genera ottimi numeri assoluti di engagement. Nella seconda metà del 2020 il canale @pillole.di.economia ha pubblicato 135 post ottenendo più di 290 mila interazioni, di cui più di 4mila sono commenti. Social media manager, prendete nota: a fine post fanno sempre domande. La mission è parlare di economia a 360° con un linguaggio alla portata di tutti. Tra i contenuti che hanno riscosso più interesse si segnalano la Sentenza UE contro gli stage non retribuiti, la multa a Apple per l’obsolescenza programmata degli iPhone, l’intervento di Mario Draghi al meeting di Rimini. Rispetto ai progetti precedentemente menzionati, hanno già debuttato sull’ultimo formato di Instagram: i Reels.
Torcha | @torcha (169 K follower): un vero ecosistema social di ultima generazione. Instagram è la “base principale”, dichiara la redazione sul sito. Il progetto però poi si articola su Twitch per i live, su Spotify per il podcast, su una newsletter. Il filo conduttore è realizzare il contenuto in funzione del dispositivo (smartphone) e dei luoghi dove passiamo più tempo (social media). Nella seconda metà del 2020 @torcha su Instagram è letteralmente esploso, guadagnando in sei mesi 96 mila follower (il 57% del totale attuale). Il canale utilizza tutte le opzioni di formato messe a disposizione dalla piattaforma (IG TV, Guide, Reels, Stories), produce quotidianamente molto contenuto (480 post negli ultimi sei mesi) e genera numeri alti di engagement (quasi 1,3 milioni di interazioni). I post di maggiore successo erano dedicati al DPCM sulla seconda ondata, alla giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne, alle dichiarazioni di Papa Francesco sugli omosessuali.
WILL | @will_ita (613 K follower): unico al momento tra i progetti qui segnalati ad aver ottenuto l’agognata spunta blu di verifica, WILL è sicuramente il canale con la potenza di fuoco più alta e i numeri da testata giornalistica affermata. In meno di un anno di attività su Instagram, la follower base di WILL ha già superato il mezzo milione, crescendo del 57% negli ultimi sei mesi. Una crescita inarrestabile, resa possibile da uno sforzo autoriale portato avanti da 13 professionisti che lavorano a contenuti audio e video diramati su diverse piattaforme (non solo Instagram ma anche Facebook, Youtube, Spotify). Nella seconda metà del 2020 i contenuti che hanno ottenuto più interazioni erano dedicati alla molestia del cat-calling e alle storie di Franca Viola e Peter Norman. Ma a dare l’idea della maturità del progetto è la rubrica IG TV “Will commenta i commenti”: format comico in cui, ridendo di sé stessa, la community di WILL può riconoscersi in un suo rito identitario.
Marco Borraccino
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Kom42 è il laboratorio di Marco Borraccino, consulente di strategia, gestione e formazione in ambito social media marketing e comunicazione digitale.